lunedì 20 maggio 2013

Le grandi spedizioni: Theresa Goell e il regno di Commagene.








Il nome di Theresa Goell è legato ad un regno dimenticato, situato proprio agli antipodi della terra degli Olmechi.
Le sue scoperte ebbero luogo nella Turchia sudorientale, dove in tempi remoti fiorì il semisconosciuto regno di Commagene. Il sito che attirò la Goell verso questa remota regione, Nemrut Dagh, "Monte di Nimrod", un arido promontorio che domina il fiume Eufrate, sulle cui aspre pendici portò alla luce un gruppo di preziose sculture.
Al contrario delle opere d'arte di Aphrodisias, le sculture monumentali ritrovate dalla Goell sembrano piuttosto rozze, ma posseggono la forza grezza di un periodo e di uno stile più remoti nel tempo.
L'archeologia interpretò quello stile come "un'emozionante amalgama di Est e Ovest, di Grecia, Persia e Anatolia".
Durante le stagioni di ricerca su quella suggestiva montagna, la Goell si interessò anche alla figura di uno dei grandi sovrani dell'antichità, il dio-re Antioco I.
A Nemrut Dagh, artigiani, ingegneri e architetti al servizio del monarca "tagliarono tre grandi cirri nella viva roccia".







Due di queste, la Terrazza Orientale e la Terrazza Occidentale, erano occupate da allineamenti simili di statue, alte nove metri circa, raffiguranti il re e i suoi compagni divini, mentre sulla Terrazza Nord troneggiava, simile a una custode del luogo, un'aquila dalle enormi proporzioni.
"Guardando Antioco e i suoi dei, un pantheon decaduto che presiedeva un Olimpo in rovina, nessuno di noi poteva evitare una sensazione di soggezione", scrisse la Goell dopo che i manovali avevano eliminato i millenari detriti.
"Questi numi assommavano le divinità adorate dagli antenati greci e persiani del re".
In tale galleria di statue sedevano il dio Sole, la Fortuna, o dea della Fertilità di Commagene, il "Lanciatore di Fulmini" Zeus-Ahuramazda, Ercole e lo stesso Antioco.
"L'implacabile rovina dei secoli", notò la Goell, "aveva decapitato tutte le statue tranne una: la dea aveva conservato la sua testa".





Al culmine della sua importanza, nel I secolo a.C., il piccolo regno di Commagene aveva svolto la funzione di "Stato-cuscinetto" tra Roma e il potente impero dei Parti.
La capitale, Samosata, sorgeva 55 chilometri a sud-ovest del grande e silenzioso tempio di Nermut Dagh, in un importante crocevia strategico sull'Eufrate.
Quindi i sudditi che lavoravano per Antioco costruirono le terrazze del Nemrut Dagh e scolpirono le statue torreggianti che le occupavano, i detriti rimossi servirono per coprire la gende sommità conica della montagna, che si ergeva tra il tempio e le sue file di sculture.