giovedì 29 novembre 2012

World Music: Youssou N'Dour. Da quei fantastici 7 secondi alla candidatura da presidente.






Vogue gli ha dedicato uno speciale da Star.
La rivista musicale britannica Folk Roots non ha esitato a incoronarlo “artista africano del secolo”, mentre il New York Times ha definito la sua voce dal pathos inconfondibile e da un timbro incredibilmente caldo, “un’arma sottile impiegata con autorità profetica”.
A riportare alla ribalta dei media internazionali negli ultimi mesi il musicista e compositore senegalese Youssou N’Dour non è stata tuttavia la pubblicazione di un nuovo album o l’annuncio di una nuova tournée internazionale, bensì la decisione di candidarsi nientemeno che alla presidenza del proprio paese
Una grande sorpresa per i suoi concittadini e fan, perché per anni N’Dour, pur essendo un artista impegnato, da sempre attivo in innumerevoli battaglie sociali, aveva più volte dichiarato di non voler sfruttare la propria popolarità per scendere nell’agone politico. 
"Ho deciso di rimangiarmi quanto vado dicendo da anni non appena mi è giunta la notizia che il presidente Wade intendeva candidarsi per la terza volta consecutiva, nonostante questo sia esplicitamente proibito dalla nostra Costituzione che stabilisce un massimo di due mandati. 
Un tale atteggiamento così poco velatamente dittatoriale mi ha convinto del fatto che la nostra democrazia stesse correndo un grave pericolo, e che fosse giunto per me il momento di scendere in campo".





Un sogno, quello di diventare presidente, che N’Dour coltiverà solo poche settimane, perché la Corte costituzionale del Senegal lo scorso gennaio ha dichiarato nulla la sua candidatura, per la mancanza, questa la motivazione ufficiale, delle 10.000 firme necessarie. 
Per N’Dour è l’inizio di una rocambolesca campagna elettorale a favore dello sfidante Macky Sall, non scevra da tumulti e violenze (a seguito di una grande manifestazione a Dakar, lo scorso 21 febbraio, viene addirittura ferito a una gamba), che si conclude con la sconfitta del presidente uscente e la nomina del musicista senegalese a Ministro della Cultura e del Turismo. "C’è tanto, tanto da fare", ha commentato a caldo dopo la sua investitura. 
"In veste di politico ciò che oggi più mi preoccupa è la dipendenza dall’estero di molti settori dell’economia del Senegal, e dell’economia africana nel suo complesso.
Pur vivendo in terre colme di ricchezze, il ritorno economico per i nostri cittadini è pressoché nullo. 
È arrivato il momento di agire". 
E poi riguardo al suo ruolo di ministro: "Il mio modello sarà l’ex-presidente brasiliano Lula. Come me è un uomo venuto dal popolo, che non può vantare grandi onorificenze universitarie e che ammiro per quanto è riuscito a fare nel settore dell’educazione. Solo attraverso la sovranità popolare un paese in via di sviluppo come il nostro può sperare di uscire dall’arretratezza in cui versa. 
L’educazione del popolo è la migliore linfa per la democrazia e il migliore combustibile per il motore dello sviluppo. 
Il Brasile lo sta dimostrando al mondo".




Lo "scopre" Peter Gabriel, che nel 1988 si innamora del suo albumImmigrés e insiste per averlo tra i suoi musicisti. A renderlo celebre nel mondo è soprattutto l’indimenticabile duetto con Neneh Cherry in 7 seconds, la sua hit più conosciuta di sempre. 
Con l’albumThe guide, a cui 7 seconds fa da traino, si aggiudica due candidature ai Grammy, le prime di una lunga serie di riconoscimenti. Figlio di madre griots, tradizionale casta di cantastorie, la sua carriera musicale inizia in realtà già a dodici anni, quando si esibisce nel quartiere di Medina a Dakar, la sua città natale; a sedici anni il suo singolo M’ba è trasmesso dalle radio del paese.
 N’Dour assorbe presto l’atmosfera multiculturale della capitale senegalese, dove forte da sempre è la presenza europea (durante gli anni del colonialismo il Senegal fungeva da avamposto francese per amministrare le colonie in Africa Occidentale, ndr), e si appropria di un genere musicale ibrido che di lì a poco farà conoscere al mondo: il Mbalax, una musica tradizionale dal ritmo ipnotico e incessante, battuto dai “tamburi parlanti” usati in Senegal per comunicare da villaggio a villaggio, che lui occidentalizza arricchendolo di sonorità prese in prestito da rock, pop, musica latina e reggae.




La sua musica non può tuttavia essere veramente capita se se ne trascurano la finalità ultime: veicolare messaggi di pace e fratellanza ed essere strumento di cambiamento sociale, obiettivo che ha perseguito coerentemente fin dall’inizio della sua carriera facendosi paladino di innumerevoli battaglie civili: nel 1985 organizza a Dakar un grande concerto per la liberazione di Mandela, il primo di una lunga serie con i quali raccoglie fondi a favore di Amnesty International e della Fao (di cui è stato Goodwill Ambassador) e per finanziare la lotta alla malaria e al paludismo, il diritto all’istruzione per i bambini africani e lo sviluppo sostenibile.
 Nel 2007, insieme ad altri artisti, registra Make some noise, una ripresa del celebre album Imagine di John Lennon, per porre l’attenzione sulla tragedia del Darfur. Il 2008 è la volta della creazione della sua società di microcredito, Birima, ispirata al modello del premio Nobel per l’economia Muhammad Yunus. "Il ruolo dell’artista è prima di tutto quello di diffondere un nuovo verbo nel mondo, e nel mio caso si tratta di fare buona musica", dichiara. "Ma quando si comincia ad acquistare notorietà si può anche usare il proprio nome per supportare giuste cause".


Video: Youssou N'Dour and Neneh Cherry, 7 seconds.