mercoledì 3 ottobre 2012

Luoghi: Ellora, India.

Luoghi: Ellora, India.

"Il kailasa, la montagna dove si trova il paradiso di Shiva, è coperto di meravigliosi giardini".
(Shivapurana).






Situata tra Ajanta e Aurangabad, questa località dei Ghat occidentali deve la sua notorietà al santuario dedicato al Kailasana-tha (signore del Kailasa, cioè Shiva), la più colossale opera di architettura rupestre mai realizzata in India.
Ma Ellora era un importante centro religioso già almeno un secolo prima dell'avvento dei Rashtrakuta (750 circa), cui si deve il tempio suddetto.
Datano al VII secolo, infatti, i diversi monasteri buddhisti e jaina scavati nella roccia, che riflettono un impianto consolidato nei secoli precedenti nell'architettura del Deccan: ampie sale pilastrate di pianta rettangolare circondate da celle monastiche e dotate, come in alcuni  vihara di Ajanta, di una cappella per  immagini di culto sulla parete di fondo (nella grotta 12 lo schema si ripete su tre piani).
Nella più antica tra le grotte buddhiste (la 5) due lunghe panche di pietra attraversano longitudinalmente la sala, sulle quali i monaci sedevano per le preghiere di rito, secondo l'uso che sarà tipico del buddhismo tantrico e zen.
L'attività architettonica proseguì, come si è anticipato, con i Rashtrakuta.
La realizzazione della grotta 16 (Kailasanatha) richiese diversi decenni; si pensa sia stata completata durante il regno di Krshna ( 757-773 ), ma verosibilmente era stata avviata dal suo precedessore Dantidurga.
Una datazione alla metà dell'Viii secolo, perlomeno del progetto architettonico, è avvalorata anche dalle affinità planimetriche con il tempio Virupassha di Pattadakal.




Il tempio comprende un ampio mandapa ipostilo cruciforme, con un corpo aggettante al centro di ogni lato, e il garbhagrha preceduto da un vestibolo.
Il Vimana, coronato da una sovrastruttura piramidale, è circondato su tre lati da cinque sacelli, anch'essi a forma di tempio dravida.
Nello spazio antistante il tempi si erge il padiglione contenente la scultura del toro Nandin, il veicolo di Shiiva, collegato tramite due ponti al santuario centrale e, come questo, situato su un podio alto 7 metri.






Questa spettacolare impresa architettonica aveva di certo un significato nella sfera della propaganda politica.
Realizzando un tempio assimilato al sacro monte Kailasa, i sovrani Rashtrakuta ricollocavano simbolicamente il centro del mondo all'interno dei loro domini.
La lavorazione dell'imponente edificio ebbe inizio dall'alto.
Come una gigantesca scultura, il tempio, con tutte le sue componenti architettonoche e le ricche decorazioni scultoree, prese gradualmente forma dalla roccia.





Varcata l'entrata si accede alla gigantesca "cava" al centro della quale sorge il tempio, che si sviluppa su due piani; altri ambienti di culto sono scavati nelle pareti della roccia.
A Ellora  furono scavati monumenti di culto nella parete rocciosa per un'estensione di oltre 1,5 km.
Le grotte più antiche, quelle più a sud, furono realizzate in epoca chalukya per la comunità buddhista.








Il programma iconografico rispecchia le concezioni più tarde del buddhismo mahayana; a queste si riconducono per esempio, la rappresentazione dei Buddha delle 10 direzioni e le numerose immagini di bodhisattiva, sul terzo piano.
Come in gran parte della produzione scultorea buddhista di epoca post-gupta, anche nella scultura buddhista di Ellora lo stile è asciutto, quasi rigido, e le forme appaiono come cristalizzate.




Una città unica, bellissima come bellissime sono le rappresentazioni di Shiva.
Il dio esegue la sua danza cosmica al cospetto di parvati, attorniato da musici e altre figure umane e celesti: questo ed altro da cornice ad una delle città più belle non solo dell' India ma di tutto il mondo.